Sono infatti ben 525 le specie spontanee che crescono in questo difficile lembo di terra spazzato dai venti, roccioso e privo di corsi d’acqua. Che a primavera non manca ugualmente di donare al paesaggio le sue fioriture e i suoi aromi selvatici: i lentischi, con i loro grappoli di piccoli frutti rosso corallo, le esplosioni di giallo delle ginestre, i macchioni scuri di mirto profumato, il sapido finocchietto marino selvatico. Assieme alle fragranze del ginepro fenicio e del raro Pino d’Aleppo, con le sue piccole chiome e le caratteristiche pigne oblunghe; alle preziose palme nane, ai cespuglietti di limonio greco e alle salicornie che infiammano i margini delle zone paludose. Oltre ai tenui colori delle sedici diverse specie di orchidee selvatiche, delicatezze capaci di vincere il terreno duro e annunciare l’arrivo della primavera.
Anche dal punto di vista botanico l’isola di San Pietro può dirsi un microcosmo a sé stante, un piccolo scrigno mediterraneo ricco di particolarità e di sorprese.