Nel bel centro di Piazza Pegli si erge il Monumento ai Caduti. L’opera venne costruita verso la fine degli anni trenta del secolo scorso, fu inaugurata nel giugno del 1932. Il Monumento è stata voluto da tutta la comunità per onorare i propri soldati morti nella guerra del 1915/18. È stato costruito con le offerte di molte persone, ma soprattutto grazie al contributo di Giovanni Ferrando, un isolano che emigrato in Australia fece fortuna, e donò centomila lire, un patrimonio per l’epoca.
Il monumento è stato realizzato da scalpellini di Carloforte con pietre delle cave dell’isola. Inizialmente non era stato eretto in Piazza Pegli, ma nella regione chiamata Baggia a fianco del campo del vecchio campo di calcio. Nel 1960 l’amministrazione comunale ha deciso di spostarlo in questa piazza, perché fosse più vicino alla gente. Il Monumento è stato così smontato pezzo per pezzo, e poi rimontato; ai nomi dei caduti della prima guerra mondiale sono stati aggiunti anche quelli della seconda.
Non molto tempo fa, nel 2009, sulla sommità del monumento è stata posata la statua della Vittoria alata.Tutti gli anni per la festa delle Forze Armate le autorità vi commemorano i caduti di tutte le guerre.
@Nicolo Capriata per il Comune di Carloforte
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Anche quest’anno ritorna il Maggio dei Libri con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale dei libri quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile. Il Maggio dei Libri è una campagna nazionale che invita a portare i libri e la lettura anche in contesti diversi da quelli tradizionali, per intercettare coloro che solitamente non leggono ma che possono essere incuriositi se stimolati nel modo giusto. Dal 23 aprile, Giornata mondiale UNESCO del libro e del diritto d’autore, Il Maggio dei Libri rinnova il proprio appuntamento. Carloforte – Città che legge- partecipa con diversi appuntamenti come da programma
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Deve il suo nome dalla grande quantità di piante di giunco che delimitano la spiaggia che ha il vantaggio di godere di un fondale molto basso che prosegue al largo per parecchie decine di metri, con acque calde e riparate in cui i bambini possono giocare serenamente.
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Tutta una serie di ordini brevi e perentori pronunciati dal rais caratterizzavano le fasi che procedevano la mattanza vera e propria. La sera prima il rais, persona solitamente riservata e riluttante a parlare di pesca, si rivolgeva al capo baracca e pronunciava la frase tanto attesa dalla ciurma "duman se va in etu" (domani si va in "alto").
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